Gasperini, Cambiasso e le reponsabilità sulla crisi dell'Inter. Il tecnico sostiene di non essere stato adeguatamente aiutato, il giocatore invece ritiene che le colpe siano dadistribuire su tutti, Gasperin compreso (foto AP/LaPresse)
L'Inter non è serena in questo momento e i risultati lo dimostrano. Il popolo nerazzurro acclama a gran voce le dimissioni di Claudio Ranieri, ma per quanto l'allenatore abbia un peso nella squadra l'esonero non sempre è la soluzione.
GASPERINI NON CI STA - Forse i tifosi dell'Inter si sono dimenticati del fatto che all'inizio della stagione Ranieri non c'era. Sulla panchina della squadra milanese c'era invece Gianpiero Gasperini, anche lui contestatissimo. Ebbene, proprio Gasperini ritorna a parlare di quell'esperienza e lo fa con una punta d'amarezza. "Abbiamo cominciato male ma tre partite, in un campionato di 38, e dove sono state già giocate 25 gare hanno un'influenza relativa - dice il tecnico - Ma per troppo tempo ha fatto comodo questo alibi, così come quello della difesa a tre, vista come la causa di tutti i mali. E invece il tempo fa vedere le cose diversamente. Anche dei moduli si è parlato tanto a sproposito".
"IL TRIONFO DEGLI ALIBI" - "Un allenatore, quando non va bene, può essere esonerato, ma nel mio caso è stato il trionfo degli alibi, troppi alibi sono stati buttati addosso a me - prosegue - Quando sono arrivato all'Inter non avevo mai conosciuto né Moratti, né Branca per cui, non essendoci alcun rapporto di amicizia, sono arrivato all'Inter perché loro avevano creduto, in base a quello che avevo fatto nella mia carriera, che ero un allenatore che potesse andare bene per loro. Ma meritavo di essere sostenuto in maniera diversa".
L'ETA' MEDIA NON E' UNA SCUSA - "Pirlo ha la loro età, è andato in una squadra dove ha ritrovato le motivazioni e gioca nella Juve e in Nazionale - spiega infatti il Gasp - Non è che a 32-33 anni uno non è più in grado di giocare, è ancora valido, là ci sono giocatori ancora forti ma forse il problema è l'ambiente nel suo insieme, magari hanno vinto troppo. Quando vinci in modo straordinario come ha fatto Mourinho lasci un grande ricordo ma è qualcosa di irripetibile".
CAMBIASSO GLI RISPONDE PER LE RIME - "La responsabilità non è solo di una persona, nelle sconfitte come nelle vittorie - commenta di rimando Esteban Cambiasso - Ognuno, come calciatore, deve prendersi le sue responsabilità quando le cose vanno male, così come l'allenatore e i dirigenti, e prendersi i propri meriti quando le cose vanno bene. Tutto ha una percentuale che, sicuramente, è impossibile decifrare perché è impossibile capire con una percentuale quanto sia responsabile l'uno o l'altro. Tutti quelli che fanno parte di questa realtà, per tutta la stagione, anche mister Gasperini, hanno la loro responsabilità e devono assumersela, ma senza andare oltre e senza prenderne di meno".
LA VIA D'USCITA - "Le analisi le facciamo anche noi all'interno dello spogliatoio - racconta il giocatore - Non è un periodo al quale siamo abituati, ma quello che ci siamo detti è che l'unico modo per uscirne è lavorare e cercare di vedere gli errori che sono stati fatti in queste partite. Quello che a volte uno non si chiede mai è quando le cose sono positive, il perché, fin quando durerà, uno spera che tutto il bello sia eterno, ma sappiamo bene che nel calcio, come nella vita, questo non accade. Dobbiamo essere felici di quello che è stato fatto e pensare che oggi la realtà è un'altra e che dovremo sudare come abbiamo sudato per ottenere delle vittorie".
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