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Il Punto dopo la Terza giornata

mercoledì 29 febbraio 20120 commenti

Terzo turno di Sei Nazioni 2012: sorridono Irlanda, Galles e Francia, brutte notizie per Italia,Inghilterra e Scozia. Gli azzurri questa volta deludono su tutti i fronti, come gli inglesi che vengono sconfitti nel tempio di Twickenham; scozzesi orgogliosi, ma contro i Bleus sono ko
Voti bassi per Inghilterra e Italia, Francia appena sufficiente; buona Scozia, ottimi Irlanda e Galles: questi i giudizi sommari della terza puntata del Sei Nazioni 2012. Per approfondire i temi trattati, siete pregati di leggere quanto segue...
AZZURRO OPACO SOTTO IL CIELO D'IRLANDA - Due passi indietro, soprattutto perché ci aspettavamo un passo avanti, da parte dell'Italrugby, che proprio non riesce a darci soddisfazioni in questo Sei Nazioni che ha con la terza partita ha già superato metà del proprio percorso. I day-after l'ultima sconfitta, quella del Lansdowne Road, sono meno sorridenti di quelli che erano succeduti ai match con Francia e Inghilterra: in quelle due partite l'Italia aveva dato la netta impressione di poter starci stare a quel livello, questa volta anche quella vaga sensazione è venuta meno. Tanto fumo e poco arrosto nel primo tempo, nemmeno il fumo nel secondo. I nostri, orfani dei Bergamasco e di Castrogiovanni (tra gli altri), sono ancora alla ricerca di un numero 10 a tutto tondo, anche se la prova in quel ruolo di Botes non ha fatto stortare il naso; certo se poi il voto va suddiviso con la sua prova al piede, allora il discorso cambia in negativo. La "delusione" a cui fa riferimento Brunel a fine partita è anche la nostra, e dovrebbe essere la molla che fa scattare l'orgoglio dei nostri ragazzi: nella gara di Dublino sono mancate le componenti che hanno fatto parlare di loro, ovvero carattere e personalità, il gioco quello è sempre un dilemma. E' vero, gli errori al piede del Botes di turno sono pesanti, ma non ci si può certo limitare a quello: mischie perse, placcaggi mancati a raffica e la netta sensazione (la stessa avvertita dal povero capitan Parisse) che a un certo punti certi elementi abbiano mollato di botto, lasciando in compagni in balia dei mostri verdi. Ora si va in Galles, e i Dragoni sono ragazzacci che non scherzano affatto: i problemi ci sono e a valanga, il tempo per risolverli un po' meno. Partiamo dalle basi e facciamo il possibile, cercando di arrivare al match che conta, quello del "Cucchiaio" contro la Scozia, con il morale magari non proprio sotto i tacchi.
IL GALLES E' GIOVANE E BELLO - Nel secondo match del sabato la new generation del Galles ha alzato la cresta, mettendo le cose in chiaro: per il Grande Slam ci sono anche i Dragoni, che inanellano la terza vittoria in fila, non in un posto qualsiasi ma a Twickenham di fronte all'Inghilterra, seguendo le orme del Galles che là era passato nel 2008. Il silenzio del tempio del rugby inglese vale più di mille parole: la Triple Crown torna al Galles e a Warren Gatland, e ora ai gallesi non resta che l'Italia sulla strada per la finalissima super-annunciata di Cardiff contro la Francia, un match che promette spettacolo già ora, visti gli strascichi post-Mondiale. Dopo il quarto posto in Nuova Zelanda, anche a Twickenham si è rivisto il Galles che ormai da qualche tempo sta stupendo il mondo del rugby: una squadra solida e matura, nonostante l'età media, di 24,8 anni al momento del calcio d'avvio. Il ritorno di Sam Warburton ha donato ulteriore credibilità a una formazione che ormai sa sempre cosa fare e come farlo: la potenza di gente del calibro di Toby Faletau, Dan Lydiate, George North e Jamie Roberts ha fatto il resto. La meta negata all'ultimo secondo disponibile al buon Strettle ha reso ancora più dolce il successo gallese.
FRANCIA BRUTTINA, COME AL SOLITO - Il tour de force della Francia è partito con una vittoria importante ma non certo scintillante in terra scozzese: a Murrayfield la Scozia sogna per circa un'ora. La meta di Hogg arriva dopo soli 7' e gli scozzesi provano a crederci, anche quando Jones segna la seconda, un mezzo miracolo per gli standard degli uomini in bianco (ma solo per l'occasione). La Francia, sorniona e attendista, c'è e si vede nella ripresa, quando con i colpi giusti manda ko le velleità degli avversari. Una Francia appena sufficiente ma quel che basta per superare di slancio anche questo ostacolo: dopo il 30-12 (bugiardo) contro l'Italia ecco il 27-13 contro la Scozia. Ancora bicchiere mezzo pieno quello che vede il ct francese Philippe Saint-André che sul piatto delle buone cose può senza dubbio mettere una tranquillità invidiabile nonostante la partenza ad handicap (0-10), una buona disciplina sui punti di contatto e una mischia sicuramente dominante; dall'altra parte, rimane qualche lacuna in touche e nel numero delle palle perse, oltre che a qualche placcaggio bucato di troppo. Quattro partite di fila non sono come dire: è un piccolo Mondiale giocato su suolo europeo. Se il sangue freddo rimarrà tale sino alla fine, allora nel match del Sei Nazioni, quello di Cardiff con il Galles, sarà ad altro gradiente di spettacolo: prima però ci sono ancora Irlanda e Inghilterra, mica bruscolini.
I NUMERI DELLA SETTIMANA:
2 - Le mete marcate dalla Scozia contro la Francia sono "tanta roba" visti i recenti trascorsi degli Highlander: per trovare una partita con più di una meta a referto bisogna tornare alla Coppa del Mondo, cinque mesi fa e le quattro siglate nel 34-24 contro la Romania.
32 - I punti di scarto tra Irlanda e Italia: al Mondiale, qualche mese fa erano stati 30 (36-6) nella gara che ci avrebbe promossi alla fase a eliminazione diretta.
118 - L'apertura Ronan O'Gara è diventato il giocatore più presente della storia del rugby irlandese, nel momento del suo ingresso contro l'Italia sul campo del Lansdowne Road, lo stesso dove fece il suo debutto in maglia verde 12 anni fa. Superato così il capitano infortunato (alla spalla) Brian O'Driscoll.  
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